HOME

CHI SIAMO


TAG PRINCIPALI

#ATTUALITA

#ECONOMIA

#INTERNAZIONALE

#AMBIENTE

#TECNOLOGIA

Make America Great Again

Facebook e Cambridge Analytica per Trump 2016

02.07.2020
60"
di Lucrezia Lesa

Le elezioni

È l’8 Novembre 2016, gli Stati Uniti sono incollati agli schermi attendendo la nomina del loro nuovo presidente: Donald Trump. Con solo il 46.1% di voti, Trump è riuscito a battere la sua rivale Hillary Clinton, la quale deteneva il 48,2%. Ciò si spiega per il diverso sistema elettorale americano: ad ogni Stato federale viene assegnato un numero di “grandi elettori” (o delegati) in base alla popolazione e il candidato che ha ottenuto la maggioranza dei voti in quello Stato ne ottiene tutti i “grandi elettori” (sistema di “winner-takes-all”). Il numero di “grandi elettori” dello Stato viene poi sommato agli altri in cui lo stesso candidato ha vinto. La vittoria finale spetta al candidato che si aggiudica più Stati con più “grandi elettori”. Seppure per voto popolare la Clinton sarebbe dovuta essere in testa, Trump è riuscito ad aggiudicarsi gli Stati più importanti, come la Florida (ben 29 delegati) e la Pennsylvania (20).

Project Alamo

Ma come ha fatto Trump ad aggiudicarsi gli Stati più popolosi, strappando voti anche da zone da sempre democratiche come l’Arkansas, Stato di Bill Clinton? Un’enorme inchiesta ha coinvolto due grandi firme del mondo digitale: Facebook e Cambridge Analytica. Entrambe sono colpevoli di aver rubato i dati sensibili di più di 80 milioni di elettori poi utilizzati nella campagna elettorale di Donald Trump. Durante la campagna, Cambridge Analytica creò un’applicazione di sondaggi chiamata “Project Alamo” con l’intento di monitorare la situazione pre-elezione e donare qualche ricompensa ai partecipanti. I cittadini potevano partecipare al progetto solamente se in possesso di un account Facebook, uniche credenziali utilizzabili nell’app. La compagnia di Zuckerberg inviò tutti i dati di questi account ai colleghi britannici che ne studiarono le dinamiche con il fine di creare una campagna elettorale su misura, in base alle preferenze della popolazione.

The persuadables

Analytica si concentrò sugli indecisi, la fascia di popolazione che non aveva ancora un’idea definita e ancorata di chi votare, da loro poi rinominati “persuadibili”. L’account di ogni “persuadibile” fu studiato in modo tale da catalogarne ogni minima preferenza, hobbies, azione. Una volta che Analytica creò una strategia di persuasione per ogni cittadino coinvolto, Facebook bombardò questi utenti con innumerevoli messaggi, fake news e immagini personalizzate con l’intento di indirizzarne il voto verso Trump. Alcuni filmati hanno addirittura dimostrato che l’ondata di meme contro la Clinton con lo slogan Croocked Hillary, in cui la candidata viene rappresentata dietro le sbarre o ammanettata, sia stata progettata a tavolino dal CEO di Cambridge Analytica Alexander Nix ed altri esponenti della campagna repubblicana.

Il potere dei media

A seguito di un lungo processo giudiziario, che ha portato alla luce anche la collaborazione di Cambridge Analytica con la Brexit, la compagnia inglese è finita in bancarotta. L’ex CEO della compagnia Julian Wheatland ha però voluto sottolineare che “ci sarà sempre una Cambridge Analytica” pronta a manipolare la mente delle persone e a canalizzare la loro attenzione su quello che vogliono. Il processo di mediatizzazione che stiamo vivendo, in cui la società sta man mano diventando sempre più dipendente dalla logica dei social media, non si ferma a questo episodio: i social media e le compagnie digitali sono un mondo nuovo, ignoto, non regolarizzato da nessuna legislazione, il che permette loro di espandersi come meglio credono. Finché la nostra fonte primaria di informazione rimarranno i social network, il libero arbitrio potrà essere intaccato.

TAG

ARTICOLI CORRELATI




CONDIVIDI