Dal “whatever it takes” alle misure economiche d’espansione
di Enrico MoroL’artefice“The ECB is ready to do whatever it take to preserve the euro. And believe me, it will be enough” – (La BCE è pronta a fare tutto ciò che sarà necessario per preservare l’euro. E credetemi, sarà abbastanza). Queste le parole pronunciate da Mario Draghi, l’uscente presidente della Banca centrale europea, nell’estate del 2012 a Londra. Parole estremamente pesanti, passate alla storia, per aver iniettato un’importante dose di positività nei mercati finanziari europei e per aver fatto ritrovare fiducia, in quella popolazione ancora scoraggiata dalla pesante crisi del 2008. Draghi intendeva prendere tutte le misure necessarie per far sopravvivere l’unione monetaria e porre basi solide per il futuro economico dell’eurozona. Dagli studi ai ruoli di verticeMario Draghi nasce a Roma il 3 settembre 1947. Da una formazione classica si laurea in Economia presso l’università “la Sapienza” di Roma e continua i suoi studi al MIT (Massachuttetts Institute of Technology) dove prende il dottorato, sempre in studi economici. Tra il 1984 e il 1990 si trova a dirigere l’esecutivo della Banca Mondiale e poco più tardi diventa Direttore generale del Ministero del Tesoro. Dopo questa esperienza si dedica all’insegnamento ad Harvard, ma ben presto viene chiamato a dirigere la Banca d’Italia. L’apice della carriera arriva il 1° novembre 2011, quando Draghi diventa presidente della Banca centrale europea in sostituzione all’uscente Jean-Claude Trichet. Secondo Forbes, durante il mandato conclusosi il 31 ottobre 2019, è il diciottesimo uomo più potente al mondo. “Supermario”Le iniziative di politica economica di Draghi sono state fondamentali in quanto sono riuscite ad evitare la rottura della zona euro. Ma vediamo alcune tra le più importanti: Quantitative Easing (QE): acquisto di titoli di Stato e di altro tipo dalle banche per immettere nuovo denaro nell’economia europea, incentivare i prestiti bancari verso le imprese e far crescere l’inflazione (oggi pericolosamente bassa) verso il 2 %. Parliamo di 60 miliardi di euro al mese. Tassi d’interesse negativi per i depositi bancari nazionali: azione che incentiva le banche a immettere liquidità nell’economia reale (imprenditori, famiglie, risparmiatori etc.) Meccanismo di vigilanza unico delle banche (MVU): mira a scongiurare fallimenti delle banche in tutto il continente europeo. Il passaggio del testimoneNonostante il mandato di Draghi sia stato definito largamente innovativo e importante per la salvaguardia della zona euro, alcuni dei suoi obiettivi non sono stati pienamente raggiunti (incremento dell’inflazione al 2% in primis). Christine Lagarde, neo presidente della BCE, eredita una situazione ben impostata, ma di non facile prosecuzione. La crisi economica innescata dalla pandemia sarà il suo complicato banco di prova. Ne sarà all’altezza? |
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