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2008: la crisi del secolo

Supereremo la crisi da Covid-19?

12.07.2020
60"
di Giorgio Ballisai

15 settembre 2008. Ore 01:00, Lehman Brothers annuncia la procedura di bancarotta controllata. Il giorno seguente le azioni della Banca d’affari statunitense crollano dell’80%. Si scoprono 613 miliardi di debito, conseguenza della crisi dei mutui subprime (debiti concessi a soggetti con problemi finanziari pregressi). Un anno prima, le insolvenze sul mercato dei mutui statunitensi ad alto rischio trascinano le borse mondiali nel profondo rosso. Proprio i subprime, concessi con eccessiva facilità alle famiglie americane meno “solide”.

Tutto iniziò con le notizie sul fallimento di diversi fondi immobiliari collegati ai mutui ad alto rischio prima negli Stati Uniti e dopo anche in Europa nel 2007. Un problema inizialmente sottovalutato, come si evince dalle dichiarazioni di O’ Carrol capo economista di Aberdeen: “Nell’agosto del 2007 le banche avevano chiaro in mente di avere un problema di liquidità, non uno di solvibilità, e pensarono che una volta risolto quello tutto sarebbe di nuovo filato per il verso giusto». Una crisi di fiducia nei mercati, le società iniziano a costituire riserve di capitale per far fronte a possibili insolvenze dei propri creditori. La situazione è critica, le banche centrali mondiali non aspettano l’ordinaria riunione mensile per fissare i tassi (il costo del denaro), e nell’agosto 2008 prestano direttamente denaro alle banche.

Il mercato immobiliare americano crolla a picco. Le banche si ritrovano case pignorate con valore dimezzato rispetto alla concessione del mutuo. Tramite un complesso meccanismo di compravendita tra banche, l’insolvenza dei creditori si ripercuote sul sistema finanziario. Si è giunti così al fallimento di diversi fondi e a consistenti perdite nel bilancio di intere banche. Una vera e propria paralisi del settore creditizio.

Poco dopo la crisi dal sistema finanziario è passata all'economia reale, dagli Usa a tutto il mondo, con un forte calo dei consumi e una recessione globale. In Italia il MEF stima “che gli eventi seguiti alle turbolenze finanziarie abbiano sottratto 6,5 punti percentuali alla crescita del PIL nel triennio 2008-2010.” Si tratta di una crisi mondiale, anche il commercio internazionale tracolla (circa -16% tra 2008 e 2009). L’inasprimento delle condizioni di credito inducono una fortissima contrazione del prodotto interno lordo Italiano. Nel 2009 la crisi diventa occupazionale, con una stima di 700.000 posti persi dal 2008 al 2010. Solo nel 2010 si vedrà una timida ripresa, che si rafforzerà nel 2011 prima della crisi dei debiti sovrani.

Una crisi mondiale, rapida, inaspettata. L’esperienza pregressa potrà aiutarci a superare l’attuale crisi da covid-19?

Fonti: ilsole24ore, borsaitaliana, bancaditalia

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