HOME

CHI SIAMO


TAG PRINCIPALI

#ATTUALITA

#ECONOMIA

#INTERNAZIONALE

#AMBIENTE

#TECNOLOGIA

Coronavirus: dalla Cina agli Stati Uniti

Come altri stati stanno affrontando la pandemia globale

15.03.2020
60"
di Lucrezia Lesa

Cina

L’arrivo del team di medici esperti da Wuhan in Italia dimostra che in Cina il peggio è passato. La percentuale di guarigione è cresciuta al 81% (ANSA), undici dei quattordici ospedali improvvisati sono stati chiusi e il tasso attuale di persone contagiate continua a diminuire ogni giorno. Ma com’è la situazione nel resto del mondo?

Iran

Nello stato medio-orientale la situazione è critica. Alcune immagini satellitari (New York Times) provano la costruzione di fosse comuni all’interno del cimitero della città di Qom, primo focolaio iraniano del virus. Esse sono la prova schiacciante del fatto che l’Iran stia nascondendo il reale numero di contagi e, soprattutto, di decessi. Essendo la Cina il principale partner commerciale dell’Iran, quest’ultimo ha esitato fin troppo prima di bandire i viaggi con il Paese di Xi Jinping, gestendo erroneamente anche la successiva situazione interna. Il Washington Post rivela che le fosse comuni sarebbero attualmente grandi quanto due campi da calcio. Per ora, al loro interno, si stimano oltre 250 cadaveri.

Regno Unito

Il Regno Unito procede con una peculiare strategia. Il primo ministro Johnson ha dichiarato di “tenersi pronti a perdere i propri cari”. Gli scienziati inglesi prevedono infatti che già circa 10mila persone siano affette dal virus rispetto ai casi tuttora confermati, ma che nessuna severa iniziativa di quarantena, per ora, verrà presa in considerazione. Nel suo discorso, Johnson ha dichiarato che la politica di contenimento prevede delle minime misure per ritardare il picco di contagiati su un lasso di tempo maggiore, in modo tale da avere più tempo e risorse per la cura dei pazienti. Inoltre, questa linea garantirebbe una “immunità di gregge”: se più del 60% della popolazione verrà infettata, le difese immunitarie della maggior parte delle persone saranno preparate a combattere il virus in un suo possibile futuro ritorno. In realtà ancora non si conosce ne la percentuale necessaria per l’immunità ne se ci si possa nuovamente infettare dopo la guarigione e questo rende la strategia di Johnson molto rischiosa.

Stati Uniti

Negli Stati Uniti è stata dichiarata l’emergenza nazionale. Per ora, la strategia statunitense si basa su due principali linee. La prima comprende l’interruzione dei voli con l’Europa per 30 giorni. Particolare però la scelta di mantenere attivi quelli con la Gran Bretagna, seppure dimostratasi anch'essa sull’orlo della crisi epidemica. Secondariamente, Trump ha annunciato di stanziare 50 miliardi di dollari per la creazione e distribuzione dei test. Ogni Stato, per ora, ha libertà decisionale sull’applicazione di misure più concrete all’interno dei propri confini, come l’interruzione delle lezioni e dei raduni sportivi, come già successo per l’NBA.

Fonte: ANSA, New York Times, Washington Post

TAG

ARTICOLI CORRELATI




CONDIVIDI