HOME

CHI SIAMO


TAG PRINCIPALI

#ATTUALITA

#ECONOMIA

#INTERNAZIONALE

#AMBIENTE

#TECNOLOGIA

Coronavirus, cosa dobbiamo sapere

Il virus di origine cinese è un problema per il nostro Sistema Sanitario Nazionale

11.03.2020
60"
di Francesco Saverio De Marchi

Il nome

Sindrome respiratoria acuta grave coronavirus 2 (SARS-CoV-2). Così l'International Committee on Taxonomy of Viruses (ICTV), che ha il compito di classificare e nominare i virus, chiama il nuovo coronavirus. Fratello del virus che portò la SARS nel 2002, ne riprende il nome. Due virus diversi, ma che fanno parte della stessa famiglia. La famiglia dei Coronavirus è molto vasta e ne comprende alcuni che possono causare un comune raffreddore. Altri possono indurre condizioni molto più gravi come la già citata SARS. Il nome della famiglia di virus deriva dal loro aspetto simile a una corona quando osservati al microscopio.

Le origini

L’unica cosa certa dell’origine del virus è che questa sia avvenuta in Cina. ‘’Le sequenze di genomi dei virus cinesi stanno alla base, sono le radici: ma questo non ci stupisce, è un fatto ben documentato’’ ci ricorda Zehender, Professore di Igiene e Salute Pubblica presso il Dipartimento Luigi Sacco della statale di Milano (intervista di Focus). A rimanere dubbia, ma probabile, è l’origine animale del virus. Viene chiamato ‘’spill over’’ e consiste nel traboccamento di un virus dal mondo animale all’uomo. La fonte dell’infezione è ancora oggetto di studio da parte della comunità scientifica.

I sintomi e la diffusione

A destare molta preoccupazione non solo i sintomi, ma soprattutto la facilità di diffusione. Un virus che si nasconde facilmente dietro un’influenza, ma che presenta conseguenze molto più gravi. Tosse secca, febbre e stanchezza sono tra le più comuni. ‘’La maggior parte delle persone (circa l'80%) guarisce dalla malattia senza bisogno di cure speciali. Circa 1 su 6 persone con COVID-19 si ammala gravemente e presenta difficoltà respiratorie.’’ (Ministero della Sanità). Un tasso di mortalità intorno al 3/4% (Ministero della Sanità) non deve tranquillizzarci troppo.

Perché dobbiamo contenerlo

Un virus che uccide il 3% di chi infetta può sembrare poco pericoloso, ma non è così. La facilità di diffusione potrebbe permettergli di infettare buona parte della popolazione nazionale e mondiale e i numeri diventerebbero preoccupanti. Infine, il problema più grave riguarda i posti letto in terapia intensiva negli ospedali. In Italia circa il 10% dei positivi (Ministero della Sanità) ha bisogno di essere ricoverato in terapia intensiva. Con numeri così elevati il rischio di una catastrofe per il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) è molto alto. Per combattere questo virus non avremo, per lungo tempo, né vaccino né anticorpi. L’unica arma a nostra disposizione è il contenimento.
Fonti: Ministero della Salute, Focus

TAG

ARTICOLI CORRELATI




CONDIVIDI