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Come funzionano le pensioni e il caso italiano

Diversi sono i sistemi pensionistici e i metodi di calcolo delle pensioni, quali ha scelto l’Italia?

30.03.2020
60"
di Francesco Saverio De Marchi

Il conflitto politico

Le pensioni sono uno dei temi più dibattuti negli ultimi anni dalla classe politica. E’ forte il contrasto tra chi sostiene sia necessario ridurre la quota di spesa pubblica dedicata al sistema pensionistico e chi promuove la scelta opposta. Forse il principale conflitto politico delle ultime elezioni. Da una parte centro-destra e MoVimento5Stelle hanno promesso di investire di più nelle pensioni, la coalizione di centro-sinistra si è schierata dal lato apposto. Promessa elettorale che si è rivelata vincente per quei partiti che daranno poi vita al governo giallo-verde (Lega e M5S) che introdurrà Quota100. Ma come funziona una pensione?

I due sistemi

Si può optare per due diversi sistemi pensionistici, a ripartizione o a capitalizzazione. Il sistema a ripartizione, tipico delle pensioni pubbliche (come quella obbligatoria in Italia), prevede che le pensioni erogate in un dato periodo siano finanziate coi contributi versati da chi, in quel momento, svolge un’attività lavorativa. Questo avviene nell’ottica di un ‘’patto intergenerazionale’’. Secondo questo patto, il lavoratore che versa i contributi vedrà finanziata la propria pensione con i contributi dei futuri lavoratori. Nel sistema a capitalizzazione, invece, il lavoratore versa i contributi e solo i suoi contributi finanziano la futura pensione.

Metodo contributivo e retributivo

Dobbiamo fare un’ulteriore distinzione necessaria per comprendere il problema italiano. Per calcolare l’importo della pensione si possono usare due metodi, contributivo e retributivo. Con il metodo contributivo la pensione erogata alla conclusione della prestazione lavorativa è legata ai contributi versati. Tale condizione si traduce in un importante disincentivo all’evasione dei contributi. Il metodo retributivo, invece, lega l’importo della pensione alla retribuzione ricevuta durante la prestazione lavorativa. Questa scelta permette che si verifichino situazioni particolarmente problematiche per i conti pubblici.

Le pensioni in Italia

Fino al 1995, quando viene approvata la riforma Dini, in Italia le pensioni erano calcolate col metodo retributivo. Più volte modificato negli anni precedenti, il rapporto tra retribuzione e pensione era particolarmente distorsivo. Il lavoratore, una volta in pensione, riceveva mensilmente una somma pari all’80% della media delle retribuzioni mensili ricevute negl’ultimi 5 anni. Oltre a ricevere più di quanto si aveva contribuito, questo sistema incentivava l’utilizzo di stipendi fittizi negl’ultimi anni di lavoro per aumentare la propria pensione. Questo ha causato un eccessivo aumento della spesa in pensioni. Se nel 1960 il rapporto tra pensioni e Pil era del 6%, raggiunge il 16.3% nel 2015 (fonte Osservatorio CPI) nonostante la riforma Fornero.

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