HOME

CHI SIAMO


TAG PRINCIPALI

#ATTUALITA

#ECONOMIA

#INTERNAZIONALE

#AMBIENTE

#TECNOLOGIA

Il rapimento di Aldo Moro e un nuovo compromesso

Aldo Moro rimane nella storia assieme a un compromesso storico mai portato a compimento (almeno fino ad oggi)

29.03.2020
60"
di Alessandra Bernardis

Il giorno dell’attentato

E’ il 16 marzo 1978. Sono le 9 del mattino quando Aldo Moro, allora presidente della Democrazia Cristiana (Dc), viene rapito dalle Brigate Rosse (Br) in via Fani, a Roma. La scorta di 5 carabinieri che lo seguiva rimane vittima dell’agguato. Seguono 55 giorni di prigionia ricordati come i più bui della democrazia italiana, giorni che si ripercuoteranno sul patto fra la Democrazia cristiana (Dc) e il Partito comunista italiano (Pci), opera dello stesso Aldo Moro e probabile causa del rapimento.

Il compromesso storico

Tra il 1973 e il 1979, Enrico Berlinguer, allora segretario del Pci, elabora una nuova strategia politica per il partito. Lo scopo di questa strategia è riunire le forze politiche comuniste e socialiste con quelle cattolico-democratiche, dando forma ad uno schieramento capace di realizzare un rinnovamento della società e dello Stato. Il principale interlocutore della Dc è l’ala sinistra del partito, tra cui il presidente Aldo Moro. Si oppone fortemente l’ala destra dei cattolici, rappresentata fra tutti da Giulio Andreotti. Il dialogo tra Dc e Pci prende così il nome di compromesso storico.

Il suo fallimento

9 maggio 1978; viene ritrovato a Roma il corpo senza vita di Aldo Moro dentro una macchina, parcheggiata vicino alle sedi del Pci e della Dc. Venuto meno il maggior promotore del compromesso storico nella Dc, questo fallisce. Negli anni precedenti il Partito comunista italiano aveva deciso di non sfiduciare il governo, di fatto sostenendo Andreotti fino al 1979. Ormai evidente che il compromesso non sarebbe più stato possibile, finì il sostegno dei Comunisti al governo.

Un nuovo compromesso

Anche le nuove generazioni hanno l’impressione di aver assistito ad un compromesso storico, seppure con modalità e circostanze diverse. Le elezioni del 4 marzo 2018 rendono necessarie delle alleanze per formare il nuovo governo. Il Partito Democratico resiste inizialmente alla tentazione di offrire un appoggio al Movimento 5 Stelle e i grillini si alleano con la Lega. Poco più di un anno dopo l’alleanza si romperà e il Pd, con un nuovo compromesso, si allea con il MoVimento; obiettivo arginare l’ascesa della Lega di Salvini.

TAG

ARTICOLI CORRELATI




CONDIVIDI