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Brexit, dal referendum a Boris Johnson

Dopo tre anni la Brexit ha un protagonista e una data di scadenza

06.04.2020
60"
di Francesco Saverio De Marchi

Il referendum

Il 23 giugno 2016 si tiene il referendum sulla permanenza del Regno Unito nell’Unione Europea. David Cameron, allora premier britannico, viene spinto dai conservatori euroscettici a chiedere la consultazione elettorale. Convinto della vittoria del ‘’remain’’, come buona parte dell’opinione pubblica nazionale e internazionale, indice il referendum consultivo. Questo si conclude con la vittoria dei ‘’brexiters’’. Il 52% dei votanti sceglie di uscire dell’UE. Il premier, apertamente schierato per il ‘’remain’’ nell’Unione, decide per le proprie dimissioni.

Il tentativo di Theresa May

Le dimissioni non portano a nuove elezioni. Come consuetudine sono i Conservatori, partito di maggioranza, a indicare il successore di Cameron. Questi scelgono Theresa May, segretaria di Stato agli affari interni nel precedente governo, per il difficile compito di negoziare l’uscita dall’Unione Europea. La premier aveva ‘’tiepidamente’’ appoggiato il ‘’remain’’ durante la campagna referendaria; cerca quindi di ottenere una ‘’soft-brexit’’, un’uscita dall’Unione senza drastiche conseguenze. I ripetuti fallimenti nelle negoziazioni e le conseguenti divergenze interne al partito ne costringono le dimissioni nel luglio del 2019.

Il successo di Boris Johnson

Con le dimissioni della May i Conservatori hanno bisogno di un nuovo leader e il Regno Unito di un nuovo premier. Boris Johnson, già due volte sindaco di Londra, si candida alle elezioni interne del partito. Con un programma che pone al centro un’uscita ‘’con o senza accordo’’ dall’Unione, BoJo ottiene il 66% dei voti degli iscritti, sconfiggendo di misura l’avversario filo-europeista. La regina Elisabetta II incarica Johnson di formare un nuovo governo. Obiettivo principale e irrinunciabile uscire dall’UE entro il 31 ottobre 2019.

A un passo dall’uscita

Arrivato al potere senza passare per il voto nazionale, BoJo è messo alle strette da un parlamento contrario ai suoi tentavi di accordo. Il premier decide di indire nuove elezioni, convinto di vincerle e di garantirsi il sostegno dell’assemblea. Il 12 dicembre gli elettori vengono chiamati alle urne. BoJo ottiene la maggioranza assoluta e il via libera per la Brexit. Il 31 gennaio 2020 si conclude l’accordo e il Regno Unito esce ufficialmente dell’UE. Durante i prossimi mesi (fino al 31 dicembre) UE e UK dovranno negoziare i futuri rapporti economici e giuridici. Nel frattempo il Regno Unito non siede più negli organi comunitari, ma continua a far parte dell’unione doganale e del mercato unico europeo.

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