Le proteste non durano da qualche mese, sono anni che gli studenti chiedono delle risposte
di Francesco Saverio De MarchiLe manifestazioni di oggiUno dei temi più dibattuti durante il 2019 sono le proteste degli studenti di Hong Kong. Nate dal dissenso per una legge sull’estradizione, decisa dalla governatrice Carrie Lam, si sono poi allargate, portando con se molte altre richieste. Gli studenti non chiedono solo le dimissioni della governatrice, ma anche una vera autonomia e libere elezioni. Il 27 novembre scorso il presidente Usa Donald Trump, nel mezzo della guerra commerciale con la Cina, firma la ‘’Legge sui diritti umani e la democrazia a Hong Kong’’, incontrando (prevedibilmente) il dissenso del governo cinese. Una domanda però sorge spontanea: che cos’è Hong Kong? Città e origini dell’indipendenzaAgglomerato urbano esteso su una penisola e più di 200 isole nel Mar Cinese Meridionale, Hong Kong è una regione amministrativa speciale cinese che conta più di 7 milioni di abitanti in appena 1.104 km^2. Sotto il controllo britannico dal 1849 (guerra dell’Oppio) fino al 1997, viene poi ceduta dagli inglesi alla Cina continentale. Con una dichiarazione congiunta, firmata nel 1984 dal primo ministro cinese e da quello britannico, si decide che Hong Kong sarebbe tornata alla Cina nel 1997. La Cina si impegna a garantire l’indipendenza economica e politica della città per 50 anni. Un paese due sistemiDeng Xiaoping, allora presidente cinese, introduce un assetto politico particolare. Viene mantenuta l’unità nazionale cinese, ma garantendo alla città una certa autonomia economica e politica. Hong Kong mantiene un sistema giudiziario di Common Law e il libero mercato, in contrapposizione col massiccio protagonismo statale cinese nell’economia. Ciò ha garantito nel tempo una forte crescita, soprattutto del mercato finanziario, che intrattiene importanti rapporti con l’occidente. Ad essere condizionata dalla Cina rimane la nomina del governatore della città . Alle elezioni possono presentarsi più partiti, ma il governatore (oggi Carrie Lam) viene scelto dal ‘’Comitato elettorale’’, posto sotto il rigido controllo cinese. Rivoluzione degli ombrelliNel 2014 viene annunciata una riforma elettorale. Questa avrebbe attribuito al Comitato elettorale il potere di approvare un massimo di tre candidati per il ruolo di governatore. Una volta eletto dalla popolazione, sarebbe stato formalmente approvato dal governo centrale. Diverse organizzazioni studentesche, guidate dal leader delle proteste Joshua Wong, si oppongono alla riforma decidendo di manifestare. Negli anni le proteste aumentano, così come le le richieste al governo della città , e sfociano talvolta in episodi di violenza. Gli ombrelli, usati dagli studenti per difendersi da lacrimogeni e spray al peperoncino, diventano simbolo delle manifestazioni. Gli episodi di cui si parla oggi non sono nuovi a Hong Kong. Quella che sembra essere una protesta di giovani studenti che dura da qualche mese, è una ribellione di un’intera città che da più di un secolo chiede di essere libera. |
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