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La cop25 di Madrid e l'articolo 6

Fallisce l’ennesimo tentativo dell’ONU di regolare le emissioni di gas serra

18.04.2020
60"
di Alessandra Bernardis

La Cop25 di Madrid

Il ghiaccio si scioglie e la temperatura aumenta. Non è la febbre del sabato sera, ma del nostro pianeta. Fatta la diagnosi, qual è la cura? Un tentativo è stato fatto durante la conferenza sul clima a Madrid dello scorso dicembre. Organizzata dall’ONU, ha visto la partecipazione dei rappresentanti di più di 190 paesi del mondo. I risultati sono poco soddisfacenti. “Non siamo riusciti a trovare un consenso, ma abbiamo fatto progressi e abbiamo imparato molto gli uni dagli altri’’ dichiara la ministra cilena e presidente della Cop25, Cristina Schmidt.

Come funziona il meccanismo dell’articolo 6?

Diversi sono gli obiettivi, forse il più importante il sistema disposto dall’articolo 6. L’articolo introduce un meccanismo particolare, dove il paesi che inquina di meno del limite concesso dai trattati può cedere la propria quota di gas serra residua ai paesi che inquinano di più. Così si permetterebbe loro una transizione più facile verso un sistema produttivo pulito e senza compromettere il raggiungimento degli obiettivi generali. In sostanza si tratterebbe l’inquinamento come un ‘’diritto’’, che può così essere valutato e scambiato. La Cop25 fallisce in tal senso, senza introdurre questa importante novità.

Chi si è opposto e perché.

Molti paesi, fra cui Brasile, Australia e Stati Uniti, sono stati accusati di avere ostacolato gli accordi. Mettendo in primo piano i loro interessi, evitano così di sottostare a regole più rigide per l’emissione dei gas serra. Va aggiunto che i paesi più sviluppati non hanno dato garanzie sufficienti per finanziamenti adeguati e sistematici verso i paesi più esposti al cambiamento climatico e che avranno bisogno di più risorse economiche per contrastarne gli effetti.

Legambiente punta il dito verso l’Europa

Rimane forte lo scetticismo per un futuro accordo, viste le riserve di molti paesi influenti, come quelli già citati. “A Madrid non c’è stata nessuna risposta concreta dei governi alla grande mobilitazione dei cittadini’’ tuona Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente; ‘’i prossimi anni saranno cruciali. L’Europa può e deve ridurre le sue emissioni di almeno il 65% entro il 2030”, continua ancora Zanchini, puntando il dito soprattutto al vecchio continente.

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