Una delle più importanti fabbriche del Nord-Est e i suoi impatti ambientali
di Enrico MoroL’Ilva del Nord-EstE’ ormai definitivo. Il 27 Marzo 2020 l’area a caldo della Ferriera di Trieste si spegnerà e con sé infinite discussioni durate ormai decenni. L’”Ilva del Nord-Est” (nome garantito dall’alto livello d’inquinamento da polveri sottili), complesso industriale di 560 mila metri quadrati fondato nel 1896, nasce nel bel mezzo di quella che diventerà una delle Città più iconiche del Mar Adriatico. Utilizzata in passato per la produzione e la fornitura di ghisa e ferrolega per l’Impero Austro-Ungarico, oggi produce per il mercato internazionale. Attualmente, sotto la proprietà di Giovanni Arvedi, conta 580 dipendenti. A seguito del referendum del 23 dicembre 2019 (decisivo il voto sindacale a favore della chiusura), ridurrà il numero di dipendenti a 417; come verranno ricollocate le eccedenze? Qual è il destino dell’area? Le soluzioni per i lavoratoriI 310 posti dell’area a caldo, compresi 50 tecnici, verranno eliminati e ricollocati nell’area a freddo per uno spostamento di 140 unità, mentre i lavoratori della centrale elettrica e dell’area logistica rimarranno invariati. A questo punto avanzano 163 dipendenti di cui 50 destinati ad una formazione specifica di due anni per la riqualificazione dell’area a caldo (trasformazione nel Molo VIII). Per i rimanenti il futuro non è del tutto certo. Fincantieri, a titolo del tutto informale, si è reso disponibile ad assorbire quei lavoratori, altre soluzioni sono la ricollocazione in altre sedi del gruppo Arvedi. Quali gli impatti ambientali della Ferriera? Gli impatti sulla saluteDi certo un capitolo buio per Trieste si sta per concludere. Da uno studio dell’azienda sanitaria locale, fatto per conto della procura della repubblica di Trieste, sono stati rilevati dati sconcertanti. Tra il 1995 e il 2007 chi ha lavorato alla ferriera si è ammalato di tumore molto di più rispetto alla media della popolazione locale e 83 operai sarebbero morti a causa di tumori tra 2000 al 2013. A ciò si aggiunge il pesante inquinamento atmosferico nei pressi urbani del sito (compresi poli sportivi e scolastici). |
TAG |
||
ARTICOLI CORRELATI |
|||
CONDIVIDI |